mercoledì 13 marzo 2013

Tortino al cioccolato con il cuore morbido, un dolce dedicato alle donne


Pioggia, grandine e temperature quasi polari: la primavera è di nuovo un miraggio.
L'inverno insiste nel volermi rovinare l'esistenza.
Avrei voluto scrivere un post per l'8 marzo, per la "festa della donna", per ciò che dovrebbe essere e per ciò che è diventata.
Per tutte quelle donne che ho incrociato nel tragitto dal lavoro a casa, intente nel cercare di strafare in questo giorno di festa, come se fosse l'unico di libertà.
Per tutte quelle donne che il resto dell'anno non escono, non frequentano le amiche, non si concedono il lusso di divertirsi.
Per tutte quelle (e quelli) che hanno confuso "la festa della donna" con la "festa della bagassa", lasciando che chi l'ha inventata si rivolti nella tomba perché mai una festa è stata tanto fraintesa ed offesa.
Io sono una di quelle persone che ha avuto la fortuna di crescere in un micro-cosmo-felice in cui il maschilismo non ha mai avuto diritto di cittadinanza.
E' diventando grande, leggendo i giornali, parlando con altre donne, iniziando a lavorare che l'ho conosciuto, il bastardo.
Quello che si nasconde dentro le case e non lo immaginavi, quello degli uomini violenti, quello del "ti amo e quindi sei mia", quello del lavoro (per un primario donna ce ne saranno 100 uomini), quello del "se ti fai un figlio ti licenzio".
Ed anche il maschilismo di noi donne contro le donne. 
Siamo tanto brave a giustificare i nostri compagni, mariti, fratelli, colleghi e così poco disposte all'indulgenza verso chi è del nostro stesso sesso.
A parole pronte a difendere i nostri diritti, ma poi nella vita troppo spesso rinunciatarie e remissive.
Eppure quando ci mettiamo tutte insieme non ce n'è per nessuno e per fortuna capita anche questo.

mercoledì 6 marzo 2013

Polpette fritte di quinoa con verdure e zenzero


Le stagioni mi piacciono tutte, nessuna esclusa.
Mi piace l'estate con le sue giornate lunghe, la voglia di stare fuori fino a tardi, le birrette gelate in spiaggia al tramonto. Mi piace perché il mare qua è di tutti ed è così vicino che ti sembra di andare in vacanza ogni fine settimana.
Ma adoro anche l'autunno, ricominciare a coprirsi, la vita che ritorna regolare, la casa che non fa più paura, la lista delle cose da fare, la voglia di ripartire.
E non potrei fare a meno dell'inverno, del freddo che ti gela la faccia, delle zuppe bollenti, dei the del pomeriggio, della casa che ti accoglie e ti coccola, dei film che ti viene voglia di guardare.
Eppure nessuna stagione aspetto con ansia come la primavera.
Le prime giornate di un sole che scalda, la Sardegna che si veste di un verde brillante, la gente che d'improvviso sembra rinascere, le strade e le piazze che riprendono vita.
Ogni anno la primavera ha la capacità di sorprendermi e di trasmettermi un'irresistibile allegria.
Lo so che stamattina pioveva  e che tira un vento pazzesco, lo so che domenica sembrava un giornatone e invece alle quattro già si gelava e il cielo ero più grigio che azzurro.
Lo so, ma questo pomeriggio la primavera si sentiva nell'aria.
Ed io non vedo l'ora che faccia capolino, che rinnovi la mia voglia di fare, di muovermi, di partire, di vivere.
Questo che sta per terminare non è stato certo un inverno da incorniciare, niente di tragico, poteva andare molto peggio, ma non ne sentirò la mancanza.
E quindi ho voglia di celebrare questo imminente cambiamento di clima, l'ormai prossimo spegnimento delle amate stufe zibro (e il contemporaneo riprendersi dell'economia familiare), i primi caffettini sotto il sole del pomeriggio, con delle polpette (fritte, ma abbiate pazienza è la logica conseguenza dell'allegria stagionale) perfette per una gitarella o un pranzo in campagna.
Poco importa se io le ho preparate in una domenica decisamente invernale.
Fa tutto parte dello stesso piano di auto-convincimento di cui noi, affette da meteoropatia, abbiamo bisogno.