martedì 29 maggio 2012

Sono arrivati i fiori d'arancio

Sassari

Scrivere un post sul proprio matrimonio è una cosa complessa.
chi c'era sa già tutto e chi non c'era avrà poco interesse per un evento così intimo e personale.
Non sono una di quelle che ha sognato e aspettato "il grande giorno" per tutta la vita...anzi per lungo tempo non mi sono proprio posta il problema. Quindi non avevo già in mente un modello di abito, un tipo di torta, un fiore specifico o una location particolare.
E questo, quando si organizza un matrimonio, è un gran vantaggio perché favorisce il risparmio e soprattutto ripara dallo stress.
Il mondo degli "sposi" in cui si viene proiettati infatti è una dimensione a sé, che non teme crisi, modernità o matrimoni anti-convenzionali.
Il primo problema da risolvere è la ricerca di un posto in cui fare il così detto "ricevimento".
C'è infatti gente che prenota anche con due anni di anticipo, quindi quelli come noi "dell'ultimo momento" (7 mesi prima) devono sperare che qualcuno nel corso dei lunghi 24 mesi di preparativi si sia mollato oppure devono accontentarsi dei fine settimana più strani. Noi per esempio abbiamo scelto il 19 maggio perché era  l'unico libero. Quindi: o abbiamo avuto molta fortuna o qualcuno si  è mollato oppure un sabato nel quale si concentravano la finale di Champions, i play-off della lega basket (con la Dinamo in campo) e i pre-festeggiamenti della Cavalcata Sarda, è stato ritenuto non idoneo dagli sposi più attenti.
Ovviamente se c'è un giorno libero e vuoi che diventi tuo, devi subito versare i primi 1.000 euro di un'interminabile serie, se no gli sposi sprovveduti-ritardatari che ti seguiranno te lo fregheranno in un men che non si dica.
Scegliere il locale è la prima cosa da fare, anche se ancora non si sa nulla, ed ecco che inviti, burocrazia, chiese e menù vengono profondamente condizionati da questo primo decisivo passo verso il proprio matrimonio.
Passo che noi abbiamo fatto con una discreta leggerezza, ma anche con una certa esperienza maturata in anni di ospitate ai matrimoni degli amici.
Poi viene tutto il resto...fiori, bomboniere, fotografo, torta nuziale, bar per la festa, musica e chi più ne ha più ne metta.
Sia chiaro a tutti da subito: più vuoi fare un matrimonio originale, alternativo, fuori dagli schemi più è salato il conto da pagare.
Ogni variazione imposta alla serrata tabella di marcia di tutti gli esperti del settore si paga infatti profumatamente.
Questo non significa che tu non possa personalizzare il tuo evento, ma l'importante è che tenga sempre presente che lo spazio di manovra non è così vasto come si potrebbe immaginare.
Altra cosa: più siete peggio è.
Se siete tanti ci vuole un posto che vi contenga, un prezzo che i conti di famiglia possano reggere, un'organizzazione che pensi da subito a tutto. Perché spostare 60 persone è sempre diverso che spostarne 314.
Il mio obiettivo è stato sin dal principio cercare di organizzare una giornata che mi assomigliasse, nella quale mi sentissi a mio agio. Nel rispetto di quelle tradizioni che ho sempre apprezzato, nel rifiuto di altre che non ho mai amato.
"Classico", ma a modo mio!
Non so quale possa essere stata la percezione degli invitati, ma io me la sono proprio goduta e, cosa molto  importante, non mi sono sentita una marziana appena atterrata alla propria festa di nozze.
C'erano i piatti rotti, l'abito lungo, i coni con il grano, l'ultima notte separati, il babbo accompagnatore, la macchina prestata e il cugino autista, il bouquet, il trucco e i capelli raccolti,  i fiori nei tavoli, le bomboniere, il tableau, il fotografo, i parenti, gli amici di famiglia e degli sposi, il brindisi di ben venuto, il taglio della torta, gli ammazza caffè e pure i mijito.
Non c'erano il velo, la giornata prima senza vedersi, il video-operatore, il ballo romantico degli sposi, i balli di gruppo, il lancio del bouquet, il lancio della giarrettiera, la giarrettiera (ma quella perché l'ho ahimè dimenticata), gli scherzi agli sposi, le bomboniere consegnate uno ad uno, la marcia nuziale (ma quella mi sarebbe piaciuta), l'abito bianco latte, il porcetto e i gamberoni.
Non ho niente contro tutto ciò che non c'era e certe cose mi piacciono tanto nei matrimoni degli amici.
Ma per passare una bella giornata la devi organizzare a tua immagine e somiglianza.
E poi devi fregartene, di tutti quelli che storceranno il naso perché hai 400 invitati, del pranzo che durerà troppo, di chi con aria quasi schifata ti dirà "io non mi sposerò mai", degli amici esperti di cucina che sicuramente mangeranno male, degli innumerevoli consigli e pareri non richiesti, di quello che ti dice "ma perché non fai una bella arrostita in campagna", di quelle alternative che loro l'abito lo prenderebbero in affitto e delle altre che se non vai almeno a Cagliari non sei vestita bene, del partito della fede classica, di quello della fede in oro bianco e di quello che invece non se la metterebbe mai.
Devi fregartene perché tanto non farai mai contenti tutti.
E noi devo dire che ce ne siamo fregati, abbiamo fatto un matrimonio pieno di gente, "terrone" forse, ma molto divertente. Non abbiamo servito ostriche, né chissà quali piatti per gourmet, qualcuno forse avrà  mangiato una portata un po' fredda, ma ci siamo goduti una giornata con tutte le persone a cui vogliamo bene. E per noi la cosa più importante sono stati gli amici e i familiari, chi si è fatto tanti km, chi ha preso un aereo, chi ha rinunciato a un sabato sul divano, pur di esserci. Gli amici e i parenti che ci hanno festeggiato con allegria e partecipazione, che hanno bevuto, ballato, dedicato cori e serenate (e pure fatto il bagno in piscina) per onorare la nostra festa. Tutto il resto per noi era contorno.
Detto questo abbiamo mangiato sicuramente meglio che ad una mensa, il pranzo è stato lungo, ma nella norma, i mitici fiori erano un sacco carini, abbiamo ricevuto anche valanghe di complimenti sinceri di chi ha mangiato molto bene, la torta era buonissima, il vino sempre fresco, nessuno è finito all'ospedale, al bar abbiamo garantito ogni tipo di bevanda e cocktail alcolico e analcolico e il dj ha messo musica bellissima per 8 ore consecutive...

sabato 26 maggio 2012

Ecco sono tornata...di tutto un po'

Aprire un blog e non fargli compiere neanche 6 mesi, è davvero un delitto.
Ed io invece, lo so, sono sparita.
E giuro che di post nella mia testa ne ho fatti parecchi, ma non ho mai trovato il tempo, il momento, l'ispirazione giusta per mettermi a scrivere.
Dal 14 aprile è successo di tutto: ho cucinato un sacco di cose, più o meno buone, ho fatto un concorso a Roma per l'Agenzia delle Entrate in compagnia di non so quante migliaia di altri disperati, ho lavorato intensamente per il Festival Abbabula, ho mangiato a Sa Posentu da Roberto Petza e, sopratutto, mi sono sposata.
Rileggere questo elenco mi fa quasi paura, ma mi aiuta a non pensarmi malata quando la mattina suona la sveglia e per me è come se fossi andata a letto da un'ora.
Lo so che la prima regola per chi scrive un blog è non esagerare con le parole. i post è bene che siano brevi, sintetici, diretti, ma qualche riga la vorrei dedicare ad ognuna delle voci in elenco.

CUCINA
Certe volte cucino e poi mi dimentico di fare le foto. Oppure non mi segno tutte le quantità. Sono un food-blogger fallita. E poi quest'ultimo mese si è caratterizzato per l'austerity dietologica più estrema. Quindi per ora niente ricette...ma sappiate che mi hanno regalato pentole fantastiche, taglieri bellissimi, pirofile, antipastiere, gelatiere e chi più ne ha più ne metta. E che quindi non appena "scendo dalla giostra" inizierò un lungo ciclo di cene delle quali vi renderò partecipi.

CONCORSO AGENZIA DELLE ENTRATE
Questa esperienza avrebbe meritato un post a sé.
Era un concorso per diplomati a cui pare abbiano partecipato 130.000 persone, per un totale di 220 posti in palio. Abbiamo fatto, divisi per ore e giornate, con una organizzazione devo dire impeccabile, un test psico-attitudinale, di quelli che se ti alleni tutti i giorni per un po', impari a fare "d'istinto".
Anche perché non hai il tempo materiale per ragionarci: 50 domande in 40 minuti, un bel po' di calcoli e tanta logica.
La cosa impressionante è l'esercito di "disperati" che ho potuto osservare e conoscere in questa breve, ma intensa esperienza.
C'era gente davvero di tutte le età, più adulti sui 40 che giovani sui 20. Tutti con una storia, un lavoro che non c'è, che è precario, che è mancato.
Perché sia chiaro: abbiamo tutti speso soldi, fatica e tempo per un concorso categoria C all'agenzia delle entrate. Uno di quei lavori che 15 anni fa suonavano più come una condanna che come una fortuna.

E' finito ieri con l'ultimo evento in programma, un po' isolato rispetto agli altri appuntamenti concentrati in tre giornate, 10-11 e 12 maggio.
Difficile immaginare il lavoro che c'è dietro un festival simile e difficile quindi per chi ci ha messo del suo non essergli affezionato.
Sarò di parte, ma mi sembra che questa 14ma edizione del Festival Abbabula sia andata proprio bene: tanta gente, tanta bella musica, tanti bei momenti, tanta aria di festa. Piccole e grandi piazze, piccoli e grandi eventi, piccoli e grandi ospiti, ma tanto senso di appartenenza e voglia di viversi l'insieme delle cose.

S'APPOSENTU - ROBERTO PETZA
Io di Petza mi sono innamorata.
Della sua cucina, della sua sperduta casa di Siddi, dei suoi mobili, di tutti quei libri che ha per le scale e sull'enorme tavolo dell'ingresso.
Siamo andati di sabato, per pranzo, uno ha preso un menù degustazione di mare, l'altro di terra. Entrambi fantastici. Su tutto il gelato ai ricci sulla crema di cavolfiore con le mandorle tostate, un sogno per il palato.
E poi con Petza ti godi anche il dolce perché li fa tutti strepitosi: per me una sfoglia con le pere caramellate e gelato al pistacchio. Questa volta lo chef ci ha dedicato un po' del suo tempo: `una persona davvero piacevole e poi ci ha consigliato un vino meraviglioso e perfetto per entrambi i menù.
Il vino è il  "San Giobbe" nato in questa piccola, ma interessatissima realtà http://www.la-costa.it/, se avete voglia fatevi un giro nel loro sito!
Vi lascio un po' di immagini...che credo sia sufficienti a raccontare una pranzo meraviglioso.











IL MATRIMONIO
Questo si che merita un post e vista l'importanza del'evento, glielo dedicherò presto.
Lo prometto.