mercoledì 2 marzo 2016

Di diritti, unioni e fiori d'arancio



Mi sono sposata una mattina di maggio, il mese delle spose lo chiamano, ma in realtà era la prima data disponibile per il locale in cui abbiamo organizzato il pranzo e la festa.
Mi sono sposata per tante ragioni che non vi dirò (perché sono fatti miei, anzi nostri).
Ma mi sono sposata anche perché desideravo che quello che per noi era già un fatto privato diventasse "pubblico", ossia riconosciuto dalle istituzioni.
Che il mio compagno fosse accettato come tale anche dalla legge e quindi da chi non ci conosce, da un medico di ospedale, da un impiegato del comune o da chiunque in un modo o nell'altro potesse esercitare un potere sulle nostre vite.