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Avviso ai naviganti: è già un miracolo trovare la forza di scrivere un post quindi non chiedetemi di parlare di massimi sistemi o di politica, ma neanche di ricette. Mi perdonerete ma come la più banale delle neo-mamma posso giusto raccontarvi di questi due intensissimi mesi appena passati.
A un certo punto ho pensato che questo post sarebbe arrivato con il compimento del sesto anno di vita della Piccola I. e invece arriva giusto giusto per i suoi due mesi di vita.
A riprova che ce la si può fare.
Incredibile come il tempo stia volando e come al contempo la notte tra il 20 e il 21 aprile mi sembri appartenere ad un'altra era.
Lo so che state tutti per farmi la stessa domanda: ma la notte dorme?
Ecco, non fatemela. Perché la Piccola I. non dorme mai.
Sento già il coro delle nonne adoranti: "ma è migliorata molto, ma dai ora un po' dorme, dai la notte è il momento in cui fa più ore di seguito". E hanno ragione le nonne, le cose vanno meglio, anche se la nostra piccola tiranna ama sorprenderci e anche stanotte ha sovvertito tutte le sue ultime buone abitudini.
E comunque quello che noi definiamo come "dormire" corrisponde a ciò che un sacco di neo-genitori, abituati a piccoli angeli dormienti, chiamano "incubo".
Una premessa è doverosa: la Piccola I. soffre di colichette, per lei cacca, rutti e puzzette sono una specie di impresa epica che compie tra lamenti, pianti disperati e contorsioni. Forse, ma sottolineo forse, se non patisse tanto sarebbe giusto una sovrana un po' autoritaria e la qualità del sonno di tutti ne trarrebbe giovamento.
Nonostante questo la Piccola I. è un'esplosione di gioia, con le sue piccole scoperte quotidiane, i suoi progressi, le sue facce imbattibili.
E noi, innamorati più che mai della nostra piccolina, resistiamo meglio di quanto avessimo previsto.
Sopravviviamo a tutto, alle poche ore di sonno, a quelli che "se la mamma è tranquilla i pupi son tranquilli" (a voler sottintendere che è tutta colpa tua), agli inutili e costosissimi integratori anti-colichette, dagli omeopatici ai biologici (e con noi ce l'ha fatta anche il nostro conto in banca), alle ore ininterrotte di pianto, alle ricerche disperate su internet di una soluzione miracolosa e alle infinite teorie mediche sul tema (le coliche non esistono, se sta male basta attaccarla al seno, è tutta colpa di quello che mangi etc etc).
Io dal mio canto ho già capito un sacco di cose, del tipo che quando insistono tanto sul valore impagabile dei processi "naturali" è perché sono i più difficili (vedi parto e latte), che, dopo averti assillato per nove mesi ed essere stata al centro dei pensieri di medici ed ostetriche una volta partorito ti lasciano sola, con buona pace dei tuoi postumi post-parto, del tuo corpo in mutamento e dei problemi connessi all'allattamento e che devi quindi augurarti di avere una pediatra solidale (come la mia) che oltre a preoccuparsi del bambino tiene anche alla tua salute e di avere le energie per cercare qualcuno in gamba che sappia darti una mano (non smetterò mai di ringraziare per la disponibilità e l'accoglienza Filomena del Centro Nascita Serena di Sassari).
Ho capito inoltre che tutte le più moderne e quotate teorie di educazione neonatale hanno come comune denominatore il sadismo visto che tendono a criminalizzare qualunque cosa, dal ciuccio alla culla, possa in qualche modo semplificare la vita della mamma o che probabilmente sono formulate da una setta oscura di avvocati divorzisti visto che relegano il padre nel ruolo passivo di chi osserva la moglie esaurirsi in nome del "dagli la tetta ogni volta che lo desidera".
O forse quando i bambini mangiano e dormono, si attaccano subito e ciucciano che è una meraviglia queste teorie funzionano alla perfezione, ma quando tuo figlio è come la Piccola I. negarsi l'uso del ciuccio per il primo mese o allattarlo ogni volta che è nervoso può trasformarsi in un crimine contro l'umanità.
Perché, e qui parlo seriamente, in molti dimenticano che il benessere del bambino passa soprattutto per il benessere della mamma e che, se di latte artificiale, o di ciucci, o di culle non si muore, di depressioni post-partum sì.
Largo spazio quindi al buon senso, al tuo istinto di mamma, a un sano mix tra teorie vecchie e nuove, senza eccessi da campo di addestramento (se piange lo lasci piangere, possibilmente da solo in una stanza buia), ma senza immolarsi nel nome dei potenziali miliardi di micro traumi che tuo figlio potrebbe subire se non lo assecondassi in tutto e per tutto.
Ma c'è un'altra cosa che ho imparato, forse la più importante, e cioè che i figli sono "piezz'e core" e che quando arrivano nella tua vita non c'è niente che sia più importante.
E quindi coccole, coccole e ancora coccole, in braccio, alla faccia del "si vizia", ma rigorosamente con il ciuccio a portata di mano.
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