venerdì 31 agosto 2012

Vento d'estate...l'anguria, la feta, la menta


Il maestrale, tanto atteso ed invocato, ha spazzato via il caldo ed anche le ferie.
Tutti non hanno fatto altro che lamentarsi del caldo, ne abbiamo subito parecchio è vero, ma non vi nascondo che per me l'estate perfetta è fatta così.
Mi piace il caldo che ci rende tutti un po' più lenti, che ti porta al mare e lo rende piatto, cristallino, trasparente, che brucia la pelle e ti regala il piacere di un bagno refrigerante.
Il caldo che anche se sei stanco trovi la forza per uscire perché a casa non si respira.
Il caldo e l'estate, con gli amici lontani che ritornano, le serate a raccontarsi gli ultimi mesi di vita, le cene all'aria aperta, le arrostite di pesce, il vino bianco ghiacciato e la voglia di vedere qualcuno suonare.
Abbiamo sofferto, è vero, specialmente noi, abitanti di mansarde, ma se questo è il prezzo da pagare, io ci sto.
Ora non resta che abituarsi all'idea che l'estate sta finendo per lasciar spazio a settembre e alla sua malinconia...quando ancora non è autunno, ma la pelle si schiarisce e non è sempre il tempo per il mare, quando si abbandonano i saldali e si recuperano tutti i pensieri lasciati in pausa, interrotti per riuscire a godersi le ferie, annegati nelle birrette scolate in spiaggia al tramonto.
Tempo di bilanci e nuovi propositi, per me è questo il vero inizio dell'anno, e chi mi conosce lo sa.
Ma non voglio correre, c'è tempo per pensare al futuro e a tutte le sue incognite, voglio dedicarmi ancora per qualche giorno alla leggerezza dell'estate.
Per questo concludo con un aperitivo che amo molto, fresco e saporito. Lo propongo spesso e, devo dire, che riscuote sempre molto successo.


ANGURIA, FETA E MENTA
Più semplice di così non si può!
Prima facevo degli spiedini, ma la feta tende a sbriciolarsi e si perde molto tempo.
Ora li sovrappongo con alla base un bel pezzo di anguria che sia facile da prendere con le mani.
Non tralasciate la menta però, perché per la riuscita di questo aperitivo è fondamentale!

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mercoledì 8 agosto 2012

Tentativi in cucina: torta alla panna e cacao con farina auto-lievitante



Sul tema esistono  mille opinioni differenti e contrarie, ci sono gli appassionati del bar, quelli che meglio dormono un quarto d'ora di più, quelli che necessitano almeno di un'ora e altri ancora che non le dedicano più di 5 minuti.
Insomma ognuno ha il suo modo di iniziare la giornata e fare colazione.
Per quanto mi riguarda è un rito irrinunciabile, l'unico modo possibile per affrontare il risveglio.
Non venitemi quindi a parlare della colazione al bar, un bel momento solo se si tratta di un "bis", perché per me la colazione è un rito da consumare rigorosamente in pigiama e ciabatte, radio accesa e occhi fissi sulla tazza di latte.
Per anni, che ci fossero 3 gradi o 40, per me è stato lo stesso: latte caldo con orzo solubile e una vagonata di biscotti mulino bianco. Lo so, non è una colazione da gourmet, ma ne ho assaggiati tanti di biscotti, da quelli bio ai più ricercati, eppure la bontà di macine e pan di stelle resta ineguagliata.
Unico giorno a far da eccezione la domenica, quando mio padre ci faceva trovare sul tavolo un dolce risveglio fatto di paste ancora calde (su tutte la "frittella con il buco"...così la chiamiamo a casa nostra).
E' da qualche tempo, invece, che mi piace variare, un po' perché non riesco più a bere il latte caldo in piena estate, un po' perché ho scoperto che ci sono tante cose buone che possono farmi felice di prima mattina.
A casa non mancano mai latte, yogurt, marmellate, biscotti, cereali, fette biscottate e, ultimamente, delle soffici e golose torte.
Ed è proprio di una di queste che vi voglio parlare, una torta alla panna e cacao, buonissima così semplice e perfetta per essere farcita con la marmellata e con la panna (se decidete di mangiarla per merenda o dopo cena...).
Avevo della farina auto-lievitante da consumare e mi sono messa a cercare in rete qualche ricetta convincente. Sono finita qua e da qui ho "rubato" questa semplicissima ricetta.


200ml di panna fresca
250gr di zucchero
3 uova
30 ml di latte
250gr di farina autolievitante + 30gr di cacao amaro, setacciati assieme
2 cucchiai di liquore (io ho usato il classico liquore per dolci)
1 bustina di vanillina

Per prima cosa bisogna montare le uova con lo zucchero, io lo faccio, come per il pan di spagna, con il robot. Le ho fatte montare per una decina di minuti, poi ho aggiunto la panna ed il latte, poi, poco per volta, la farina e il cacao setacciati insieme.
Quando il composto è omogeneo, si aggiunge il liquore (sul blog "una mangiata di stelle" da cui ho preso la ricetta, consigliano liquore all'anice, io non l'avevo e quindi ho messo il classico liquore per dolci).
Poi la mettete in una teglia, io ho usato la mia preferita che ha un diametro di 23 cm. Se la volete un po' più alta potete anche usarne uno da 21cm.
Poi in forno a 170° per 45 minuti!



mercoledì 1 agosto 2012

Brutta gente i moralisti e i ben pensanti...


In questi giorni fa tanto parlare un post di Beppe Grillo contro la movida milanese, in sostegno ai provvedimenti restrittivi del sindaco cinquestelle di Parma.
Premetto che non amo Grillo e che se non fosse per il "passa-parola" dei social network non avrei mai letto il suo post, né mi sarebbe interessata la sua ennesima opinione populista.
Ma non intendo parlare di lui e della sconcertante superficialità con cui affronta un tema tanto delicato, quanto complesso, come quello che vede in contrapposizione il diritto sacrosanto della gente di dormire e quello altrettanto sacrosanto dei giovani (e non solo) di uscire, incontrarsi e divertirsi.
Non credo di avere una soluzione e ora che mi capita spesso di non essere in giro alle 4 di mattina del fine settimana, so cosa possa voler dire svegliarsi di soprassalto per colpa di un gruppo di ragazzi che urlano e cantano come se fosse mezzogiorno.
Pensare però che risolvere il problema equivalga a trattarlo con piglio da benpensanti-moralisti, mortificando la vita notturna, chiudendo i locali in cui ci si incontra, si suona e si ascolta musica, si balla, ci si sfoga, ci si innamora, si impara a vivere nel mondo, beh è l'errore più grande.
Perché c'è un età in cui si ha un'energia, una voglia tale di stare in mezzo alla gente, di divertirsi e anche di sbagliare ed esagerare che non c'è divieto notturno che la possa fermare. Perché se i ragazzi non si trovano nei locali in centro città, finiranno in qualche discoteca sperduta di periferia, o peggio, buttati per strada a farsi di coca e pasticche, o ancora, chiusi in casa, lobotomizzati davanti ai social network e alla TV.
Il proibizionismo è la deriva più pericolosa, anche perché se uno vuole sbronzarsi dopo le 21, copra l'alcol prima e lo beve poi, o ripiega su altre sostanze già illegali.
Perché i locali notturni non sono mica tutti coperture per il riciclaggio di soldi sporchi, né luoghi di spaccio e perdizione, né palcoscenici di terza classe per aspiranti veline. E' pieno di locali "puliti", frutto del lavoro (duro) di chi li gestisce, posti in cui si fa, che ci si creda o no, "cultura", in cui movimenti giovanili, scene musicali ed artistiche nascono e si consolidano.
Ma è pieno anche di locali che non sono centri culturali, ma che rappresentano comunque un luogo di incontro e di scambio, di socializzazione e di divertimento.
Si, di divertimento e non ci vedo niente di male in questo.
E lo dico perché sono una "quasi" giovane che quanto a vita notturna vanto una lunga carriera ricca di successi.
Sono uscita tanto in vita mia, ho fatto le 6, le 7, le 8 di mattina, ho fatto colazione con le paste calde, ma anche con panini imbottiti di wurstel, patatine fritte e ketchup, ho sicuramente svegliato qualcuno con le mie chiacchiere disinvolte, ho girato per la città come se fosse pieno giorno, ho cambiato una marea di locali in una sola notte, ho sentito tanti gruppi suonare, ma ho anche ballato in discoteche della musica orribile, ho bevuto birrette e chissà qualche volta fatto la pipì per strada, nascosta fra due macchine (ma questo potrebbe succedermi anche di giorno, visto che in Italia non esistono i bagni pubblici ed io sono una pisciona).
Ci sono anni in cui, chi più chi meno, ci si sente padroni del mondo, anni in cui la scoperta della vita, degli errori, del vivere sociale passa per la frequentazione di una dimensione abitata da soli coetanei.
Una dimensione piena di chiasso, di incontri, di musica, di rischi, di eccessi, di stronzate, di amici, di amori, di emozioni e di esperienze nella quale non necessariamente tutti si drogano, si devastano, diventano teppisti.
Una dimensione che trova nella notte, quando il "mondo degli adulti" dorme, il momento migliore per esprimersi.
Una dimensione nella quale hai l'illusione di essere te stesso, libero dalle pressioni che la vita, la famiglia, la società ti fanno, senza che tu sia abbastanza maturo e consapevole per riconoscerle e gestirle.
E non ho paura a dire che sono stati anni bellissimi e che non li rimpiango proprio perché so di averli vissuti tutti, fino in fondo. E ancora oggi, che lavoro, responsabilità e preoccupazioni varie hanno condizionato la mia spensieratezza, che di serate sulle spalle ne ho tante e mi annoio più facilmente, ci sono notti in cui mi piace tirare a far tardi, ballare e divertirmi.
E la mattina mi sveglio felice.

Si può trovare una soluzione, ma senza moralismi.
E senza pensare che la strada sia quella di chiuderci in casa.
Perché sarebbe la mazzata finale per queste generazioni già sufficientemente sfigate e dal futuro incerto (e non per colpa loro).