L'aria autunnale di questi giorni sta mettendo a dura prova il mio tentativo di rimanere in modalità "estate".
Insomma è in atto un vero e proprio boicottaggio, ma io non cederò, rimarrò ancorata alla bella stagione, a costo di comprare un giornale di gossip e scoprire di che sesso è quella povera creatura messa al mondo da tale Raffaella e (pare) Balotelli, a costo di ammalarmi ma con i sandali ai piedi, a costo perfino di continuare a spalmare per ore l'inassorbibile crema anti-cellulite (ammesso che nel resto dell'estate io lo abbia fatto).
Insomma sono pronta a sottopormi a qualsiasi rituale estivo pur di non sentirmi già in autunno.
Ed eccomi quindi a sfoderare l'arma invincibile della cucina e, anche se oggi gradiremmo più una zuppa calda che un bel piatto di insalata, io persisto con le mie ricette all'insegna del caldo.
Il farro l'ho scoperto a Firenze, complici i tanti aperitivi al Sant'Ambrogio, bar situato proprio dietro casa, in una piazzetta magnifica, di quelle che sono rimaste autentiche, in cui ancora la gente va a comprare il giornale, a fare la spesa, a prendere un caffè. Di quelle che il turista medio fa fatica a raggiunge. Uno di quei posti in cui ho iniziato davvero a comprendere la bellezza di Firenze e il perché di questa città, nonostante tutto, ci si possa innamorare. Nonostante in molti si siano svenduti al turismo di massa, nonostante le pizze che sanno di plastica e la pasta riscaldata al microonde, nonostante alle volte la sua bellezza sembri quasi "finta" e ci si chieda dove sono finiti i veri fiorentini.
Ed io nonostante tutto ho finito per innamorarmene e ci sono posti, momenti e naturalmente persone a cui penso sempre con profonda nostalgia.
Non meno forte è la stretta al cuore che provo se ripenso alle innumerevoli mangiate fatte in terra toscana.
Insomma il farro non è altro che una delle tante scoperte gastronomiche, ma più di altre è diventato parte integrante della mia alimentazione quotidiana.
Diciamo che mi capita di cucinarlo più spesso del paté di fegatini...
Ecco quindi la ricetta.
FARRO CON FETA, POMODORINI E RUCOLA
Ricetta per 4 persone
300 gr di farro (parboiled)
250/300 gr di pomodorini
1 confezione di feta (la classica mattonella che credo pesi 100/150gr)
Rucola (quando non ho rucola metto la menta, come nella foto!)
Olio extravergine di oliva
Aceto di mele
Sale e pepe
Come avrete notato, le info che vi ho dato fino ad ora sono un po' vaghe, ma la verità è che questa ricetta la faccio ad occhio, quando il farro mi sembra ben condito, mi fermo. Come bene sapete il peccato della lingua è il primo che si paga e a me è arrivato il conto per tutte le volte che mi sono lamentata dei "quanto basta" nelle ricette di famiglia.
Per cucinare il farro esistono due modi: lo mettete nell'acqua bollente salata, come se fosse pasta e lo scolate una volta cotto oppure lo mettete in una pentola con un filo d'olio e il sale, mettete l'acqua, il tanto di coprire il farro, e aspettate che se la assorba tutta.
Ultimamente io propendo per la seconda, perchè il farro risulta meno "papposo". Anche se uso il farro parboiled, ci mette sempre un po' di più di quello che c'è scritto sulla scatola, quindi assaggiatelo prima di toglierlo dal fuoco!
Mentre il farro cuoce, taglio i pomodorini, la feta e la rucola e li metto in un recipiente con olio, aceto, sale e pepe.
Quando il farro è pronto, prima di unirlo altri ingredienti, lo condisco con un filo d'olio (perché non si attacchi) e lo faccio raffreddare.
Poi metto tutto insieme e l'insalata di farro è pronta!