Questo post era già nelle "bozze" da parecchio tempo, ma non ero così sicura di saper raccontare per bene la nostra esperienza gastronomica nel ristorante dello chef giapponese Narisawa. E siccome è stata incredibile, un vero e proprio viaggio nel gusto e nell'arte dell'alta cucina, non volevo rovinare tutto con un racconto non all'altezza.
E sinceramente non volevo neanche che passasse come la cena nel ristorante super caro e blasonato di chi non vuol badare a spese...benché io per mangiare sia pronta a spendere molto di più che per un cappotto, un taglio di capelli (e infatti non li taglio da più di anno..) o uno smart-phone.
La verità è che la cena da Narisawa è il regalo che ci siamo fatti per il nostro matrimonio e devo dire che non ce ne siamo affatto pentiti.
Da poco ho rivisto le foto (di pessima qualità visto che la mia macchina fotografica ci ha abbandonati sul più bello) e mi è venuta una gran voglia di dedicare un post alla bella serata che abbiamo passato.
Non abbiamo viaggiato in business-class, non abbiamo dormito in hotel extra-lusso, abbiamo fatto un viaggio fai-da-te all'insegna della semplicità, ma questa cena ce la siamo goduta con tutti i crismi del caso.
Tutto questo preambolo per dirvi che il prezzo è veramente proibitivo. Metteteci che ha tre stelle Michelin ed è il 26° ristorante della classifica "The World's 50 Best Restaurants" promossa da San Pellegrino, metteteci che eravamo in Giappone e che per un europeo è tutto più caro, metteteci che per mangiare a un certo livello si spende un sacco ovunque, beh, per capirci, abbiamo pasteggiato ad acqua!
Nonostante il regalo di nozze, non ce la siamo sentita: carta dei vini intoccabile e menù pieno di cibi sconosciuti. Il rischio era spendere una follia per bere un vino che non c'entrava nulla con quello che stavamo mangiando. E devo dire che abbiamo fatto bene.
L'arrivo nel ristorante è stato preceduto da un classico nipponico: siccome a Tokyo non esistono le vie, anche i tassisti hanno difficoltà a portarti esattamente dove vorresti. Insomma spesso parcheggiano "in zona" e ti "accompagnano a piedi". E trovare Narisawa non è stato facile, ma per fortuna i giapponesi non desistono e il nostro tassista ci ha lasciati andare solo quando si è accertato che ad accoglierci ci fosse un cameriere!
Il ristorante è raccolto e molto elegante, naturalmente in stile giapponese, sobrio ed essenziale.
Da Narisawa non esiste un menù alla carta, ma solo un menù del giorno o della stagione, quindi non abbiamo dovuto fare altro che aprire le danze.
L'inizio non è stato dei migliori, visto che ci hanno portato un bicchiere di legno con dentro dell'acqua, passandocelo per essenza della foresta (tema del menù): sapeva di acqua bevuta dal mestolo di legno.
(Narisawa sarai pure bravo, ma questa non te l'ho perdonata!)
Per fortuna mi sono dovuta ricredere dopo che ho messo in bocca una cipolla fritta in un guscio nero (non saprei dire di che si trattasse) veramente notevole.
E da quel momento la cena è stata un continuo stupirci tra sapori, profumi e colori di una cucina tanto internazionale, quanto profondamente giapponese.
Un calamaro ripieno presentato con fumo di azoto liquido, pesce crudo scottato in un brodo dal sapore indimenticabile, il burro che sembra un pezzo di terra con il muschio ed invece è solo aromatizzato alle olive, il pane che viene fatto lievitare e poi cuocere al tavolo (colpevole probabilmente di alcuni dei miei problemi al colon!!), una melanzana buonissima avvolta in gelatina, con fiori e altre diavolerie, sono solo alcuni dei piatti che ci hanno messo sotto il naso.
Il vincitore della serata forse è stato l' "Hida Beef", un filetto di manzo pregiatissimo ricoperto di una polvere di carbone vegetale, accompagnato da una neve (vi giuro aveva la consistenza della neve) di saké, tanto semplice, quanto straordinario.
Per non parlare del meraviglioso carrello dei dolci, dal quale puoi farti servire un sacco di bocconcini, delle piccole opere d'arte dal sapore avvolgente, veri capolavori di pasticceria.
Qualche difetto?
Forse, visto il prezzo, il servizio poteva essere un po' più attento e il cameriere poteva parlare un inglese leggermente più chiaro. Ma abbiamo capito che per i giapponesi è davvero un impresa!
Un altro "meno" in pagella è l'assenza di un menù alla carta: noi avremmo comunque scelto un menù degustazione, ma se uno avesse voglia di mangiare solo due portate?
Piccolezze a parte, è stata una serata magnifica, una di quelle di cui si avrà sempre nostalgia.
Lascio un po' di foto, non sono il massimo, ma il blackberry con la luce soffusa del ristorante, non poteva fare di meglio!
Il burro che sembra muschio...ricoperto da una tapenade di olive nere ed erbette giapponesi |
Le famose melanzane "Kamo nasu"...uno dei piatti migliori della serata |
Scampo aromatizzato al bergamotto |
Cernia con una spuma al sedano |
E' lui il vincitore! Hida beef! Non siamo neanche riusciti a fotografarlo intero... |
Il pane...quello con la forma strana ce l'hanno cotto davanti su una pietra incandescente! |
Nessun commento:
Posta un commento