Lo dico subito, senza tanti giri di parole, la dedica è per il nuovo arrivato di casa, colui che mi ha resa zia per la seconda volta, il frugoletto che mi ha già scaldato il cuore, quel piccolo fagottino che vorresti solo riempire di baci. Lui, il tenero C., così piccolo che non ci eravamo più abituati.
Perché per noi "bambino" ormai vuol dire 2 anni e mezzo, l'età del piccolo-grande A., il primo arrivato di casa, colui che in questi giorni sta vivendo una vera rivoluzione esistenziale.
Il mitico A. che non è stato mica usurpato del suo ruolo di nipote perché come dice mia nonna l'amore, per fortuna, si moltiplica.
E noi siamo proprio in questa meravigliosa fase di moltiplicazione che fa bene al cuore.
Perché si può essere cinici, pensare che un giorno avranno 15 anni e tu diventerai il loro peggior nemico, si può scegliere di non farsene mai, possono quasi fare impressione con la loro faccia da extra-terrestri, ma i neonati nel momento in cui escono dalla pancia della mamma e d'improvviso esistono materialmente e li puoi vedere e toccare, quando li portano nel nido ancora sporchi e sconvolti, quando è evidente che stanno imparando a respirare aria dopo 9 mesi di nuotate in un liquido caldo e accogliente, quando si stiracchiano scoprendo che lo spazio è assai più ampio di quello di cui hanno usufruito fino a quel momento, beh in quell'istante i neonati ti conquistano per sempre, ti fanno tornare all'anno zero del mondo, ti mettono di fronte con evidenza feroce alla forza della natura e al vero mistero della vita. Ti lasciano così, senza parole, tramortito, emozionato, commosso, piccolo piccolo davanti a questa cosa enorme che è la nascita.
Poi l'incantesimo passa e anche loro diventano comuni mortali, iniziano il loro passaggio sul pianeta terra e benché dotati di una percentuale stratosferica di tenerezza, sono pur sempre esseri viventi, urlanti, affamati e cagoni, ma quel momento è tutto una goduria.
E a proposito di godere non potevo che dedicare al piccolo C., ma anche al mitico A. e ai loro genitori una torta che è un piacere per il palato, un vizio per noi golosi, un mito per la pasticceria.