sabato 21 febbraio 2015

Dieci mesi sul pianeta mamma: notizie dallo spazio


Dieci mesi di amore. Su tutto e prima di tutto.
Ma anche di scoperte, di sfide, di novità, di notti insonni e risvegli teneri, di risate e discussioni, di allegria e tensione, di vita piena e un tempo che non è più tuo.
La Piccola I. è stata una rivoluzione, trascinante, totalizzante, estrema come sanno essere le rivoluzioni.
Tutto e il contrario di tutto.
E' stato ricominciare a fare le cose per la prima volta.  Ripensarsi a ritroso, nel nostro percorso di figli, nelle scelte dei nostri genitori.
Dieci mesi di avventura, tante decisioni da prendere (e non abbiamo neanche iniziato) e un milione di domande al giorno.

Abbiamo vissuto questi mesi con tanto amore e una certa ironia, improvvisamente atterrati sul nuovo pianeta "genitori", abitato dalla popolazione più ingestibile dell'universo.
Si, perché fino al giorno prima di rimanere incinta per fortuna ignori questo mondo fatto di mille teorie e manuali di istruzioni, corsi ed ostetriche, pediatri e puericultrici, spazi mamma e riunioni all'asilo.
Ci sono quelli che fanno "come si fa a casa loro" e tutto il resto è "mammonite e vizi", quelli che "noi abbiamo letto tanto e si fa così e se non lo fai tuo figlio non si sentirà amato e rispettato" e quelli che come noi cercano di barcamenarsi in questa giungla tra nuove informazioni ed esperienza, consigli ed istinto.
Ma non è facile tenere la calma, mantenere un certo distacco, predicare la legge del buon senso.
Non è facile perché l'essere "neonato-dotati" autorizza chiunque a esprimere il proprio parere sulle tue scelte educative e troppo spesso ci si trova coinvolti in discussioni interminabili con opposte fazioni inviperite o per essere etichettati come genitori degeneri o ancora per venire accolti nel gruppo "delle mamme e dei babbi migliori".
Basta niente che hai le spalle al muro: lo allatti ancora? è più tuo il bisogno che suo. Non hai latte? impossibile, dovevi insistere, lo rovinerai per sempre. Dorme? Con voi nel letto? ancora? In un'altra camera? di già? L'hai svezzato? Che schifo! L'hai lasciato dalla nonna? Noi lo portiamo ovunque. Non vi siete ancora fatti un viaggio soli? Guarda che non muore senza di te.
E potrei continuare per ore.
Una roba che se non si hanno figli e la si osserva dall'esterno pare davvero un delirio collettivo.
Se ci sei dentro sai che ogni genitore ha bisogno di credere molto nella strada che intraprende per cercare di non venire sopraffatto dai dubbi e dal senso di responsabilità.
E quindi ti trovi a giustificare anche la mamma che fino a un anno fa avresti archiviato come "pazza scatenata".
Diciamo che sai che lo fanno, lo facciamo, per amore, solo per amore.


Fatta questa doverosa premessa politically correct lasciatemi dire che io mi ribello.
Mi ribello contro questa gara a chi è la mamma migliore, contro chi pensa che di modo per educare bene un figlio ce ne sia solo uno, il proprio.
Forse state pensando: ma sei impazzita anche tu?
No, tranquilli, io tendenzialmente di quello che pensano gli altri me ne fotto e ci rido su.
Non mi sconvolge né la faccia schifata della mamma a cui dico che io mia figlia l'ho svezzata e non auto-svezzata, né l'espressione di pena di quella che scopre che sto ancora allattando (dieci mesi) mentre lei ha chiuso i rubinetti da non so quando.
Tiro dritto, ma ogni tanto ammetto che mi girano la balle.
Anche perché sul "pianeta mamme" non esistono vie di mezzo e quelli come noi, che non disdegnano le linee guida della cara Montessori, ma che il lettino ce l'hanno con le sbarre, che hanno allattato perché il latte c'era, ma non condannano chi non ha potuto o voluto farlo, che hanno provato la fascia (e hanno una figlia che la odia), ma usano con gran piacere il passeggino, che rimangono con la figlia finché non si addormenta, ma l'hanno messa nella sua camera a tre mesi, che sono informati su tutte le ultime teorie alla moda, ma in fondo non si sentono poi così "africani" (dovete sapere che "le mamme africane" sono un must, dal parto accovacciate passando per la fascia fino ad arrivare all'articolo della dottoressa africana che lavora in Inghilterra che ha seguito i consigli della nonna e i suoi bambini non li ha fatti mai piangere), ecco quelli come noi prendono schiaffi da tutti.
Non stiamo né con una fazione né con l'altra, quindi a volte non abbiamo la risposta pronta e questo ci rende le vittime perfette, non abbastanza "bio-green-besamemucho-addicted", non sufficientemente "bastalasciarlopiangere-sefaicosìprendeilvizio".
Anche perché, in quanto convinti che ogni bambino è diverso e che ognuno deve trovare il modo che più gli assomiglia, tendiamo a non fare gruppo.
Ma ci siamo anche noi, è bene ricordarlo.
Lo dico a voi, mamme che avete dormito con vostro figlio sulla pancia, ma appena possibile gli avete fatto scoprire la culla, a voi che sono due mesi che volete smettere di allattare, ma la pediatra riesce sempre a convincervi, a voi che lavorate per dovere, ma anche per piacere, a voi che avete i figli al nido e le maestre vi sembrano delle creature meravigliose e non dei nemici da combattere, a voi che pensate sia meglio la frutta fresca, ma se mangia un omogeneizzato alla pera non ne fate un tragedia, a voi che ammirate tanto la felicità delle tribù dell'Amazzonia, ma sapete che non ci vivreste neppure una settimana.
Ecco, lo dico a voi, non siete sole.
Ci sono altri agnostici delle fedi educative.
Ci sono altri genitori imperfetti.
Ci siamo noi, per esempio.
Noi, da dieci mesi genitori della Piccola I.

4 commenti:

  1. Brava Carla! Io non sono mamma ma sono con te! Evviva voi e la piccola I e tantissimi auguri per questi primi dieci mesi!

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  2. Carla vieni a stabilirti sul pianeta mamma...è piano di pazzi ma ci si diverte parecchio.

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  3. Ahahahah va bene, ci faccio un pensiero!

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  4. Ti aspettiamo, piene di buoni consigli, manuali da leggere e un piccolo test per farti accedere alla competizione!

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