mercoledì 16 dicembre 2015

La febbre del venerdì sera



Ha mangiato ed è allegra, all'improvviso uno starnuto, cavolo ci deve essere corrente. 
La copri e non ci pensi più.

Il giorno dopo ecco la tosse, ma non è così forte e poi a quest'età ce l'hanno sempre, se la trascinano per tutto l'inverno.

La notte ancora tosse, ma ti illudi sia l'aria troppo secca. Colpa del riscaldamento pensi.

Si sveglia alle cinque di mattina. Capita raramente, per non dire mai. Sarà stato un brutto sogno. La porti nel lettone e si riaddormenta subito. Niente di grave, vedi doveva essere un incubo.


All'asilo tutto bene, un pochino di tosse dicono, ma era allegra.

A cena mangia poco, eppure era la sua pasta preferita. Starà cambiando gusti. Però dai il pane l'ha mangiato e anche un pezzo di banana.

Di nuovo sveglia all'alba. Sarà per il freddo? No, magari è il rumore del camion della mondezza. 
Va beh, dai tanto oggi è venerdì, domani non si lavora. Stasera a letto presto. 
Ma non siamo a cena da tizio? 
Ah vero, va beh dai non tardiamo. Che poi sabato abbiamo un sacco di cose da fare, è previsto pure bel tempo.

La porti all'asilo, è parecchio assonnata, ma sarà colpa del risveglio precoce. 
E' un po' lagnosetta anche, ma dai è venerdì pure per lei. 

Ore 13:30 la vai a ritirare: suoni, sali, prepari cappotto e scarpe, senti qualcosa di strano nell'aria, ma eccola lì che arriva in braccio alla maestra. Ha il viso un po' tirato pensi. Tutto bene? chiedi.
Eh mamma, non ha voluto mangiare niente e a noi ora sembra pure un pò caldina.
Non ha fatto in tempo ad iniziare la frase che sapevi già cosa ti avrebbe detto.

Ecco qua. Per una settimana hai voluto ignorare indizi, prove, segnali. 
Hai cercato una giustificazione anche quando non c'era, ma in realtà dentro di te lo sapevi già. 
Sapevi che stava per arrivare l'ennesima febbre stagionale e con lei le giornate intere chiusi in casa, il "oggi chi la tiene che io devo andare a lavorare", il dubbio possa avere un male gravissimo, le notti complicate, le ore in attesa per intercettare la pediatra, lei isterica per spossatezza e noia e il disordine estremo di una casa trasformata in un parco giochi perenne.
Tutti i tuoi bellicosi piani di socialità, uscite, feste per bambini, gite fuori porta sono andati a farsi benedire. 

Perché poi ovviamente passi fine settimana in cui non ti caga nessuno e lei è sana come un pesce.
Quando sei piena di impegni e belle speranze, ecco che, ta-daaan, arriva la più classica delle febbri del venerdì.

Si perché la Piccola I. si ammala spesso e volentieri, non fa grandi distinzioni stagionali (per dire ha avuto la febbre a fine luglio e una bella laringite con laringospasmo in pieno agosto), ma ha una spiccata preferenza per ammalarsi il venerdì. 
Che a voler essere mamme amorevoli è pure una bella notizia perché i primi due giorni (quasi sempre i peggiori) li puoi passare con lei visto che non lavori.
Però, appunto è sabato e non lavori. Vorresti riposarti, svagarti, vivere, non stare chiusa in casa.

Lo ammetto, le influenze della Piccola I. generano in me preoccupati principi di depressione.

Anche perché lei mica la mandi all'asilo dopo tre giorni, nooooo, se aspetti una settimana è matematico che dopo due giorni sarà di nuovo malata. 
Ti tocca soffrire e far soffrire tutto il parentado per almeno 10 giorni.
A questo giro abbiamo fatto 7 giorni a casa, tre all'asilo, 10 a casa.
Non si ammalava da settembre, quindi in effetti potrei evitare di lamentarmi, ma ho come la sensazione di essere rientrata nel tunnel. Un tunnel di cui non vedo la fine.

E i tunnel precedenti non li ho dimenticati: viaggi saltati, acrobazie familiari per riuscire a non farci assentare per un mese dal lavoro, lei che si aggira per la casa alla ricerca di qualcosa da fare e pretende di voler giocare con le cose più impensate, tipo infilare le spine nelle prese e poi strapparle via o mettersi in bocca le medicine del cane o spingere il carrello in cui teniamo il nostro tesoretto alcolico con relativo rovesciamento in testa di pesantissime bottiglie di grappa pluridecorata.

Per ora ho come obiettivo riuscire a farle vivere il Natale (ma ho già deciso che nel caso faccio finta di niente, le sparo una tachipirina e faccio sparire il termometro).
Le ho pure fatto il vaccino anti-influenzale. Dice che non serve a un picchio, ma metti che ci va di culo. Io mi attacco a tutto. L'ottimismo è il sapore della vita.

Va beh oggi ha fatto il primo starnuto e stanotte alle cinque e trenta piangeva seduta nel letto.
Ma forse ha preso solo un po' di freddo ed era un brutto sogno.
Ignorare gli indizi, trovare giustificazioni, pensare positivo.
Sempre

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