L'estate a due anni (e poco più) è un concentrato di esperienze, avventure, nuove abitudini, concessioni e piccoli vizi.
Nel caso della Piccola I. significa andare al mare, viaggiare, stare scalza tutto il giorno, dormire tutti insieme dai nonni, fare le ore piccole, mangiare vagonate di gelati, pizzette o patatine fritte, fare tanta vita sociale e spararsi ore ed ore di altalena e scivolo al parco giochi.
Per la Piccola I. significa passare finalmente del tempo con i suoi genitori senza orari, appuntamenti, asili o scadenze. E di questo, lo abbiamo capito, ne abbiamo bisogno tutti, noi e lei.
E poi l'estate a due anni ti insegna un sacco di cose.
Che il mare è bellissimo, per esempio. Per lei, che scopre, non senza paura, quanto possa essere divertente l'acqua e pure per noi che possiamo tornare a qualche nostra vecchia abitudine: ore calde, qualche minuto seduti o perfino distesi al sole (uno alla volta, naturalmente), lunghi bagni, tanto bagnasciuga, un sacco di giochi divertenti e pure la birretta a fine serata. Poi certo arriviamo carichi come muli, ci toccano castelli e buche, ma non è minimamente paragonabile all'incubo di quando era neonata o all'anno scorso quando ancora quasi non camminava ed era più lo stress che il divertimento.
L'estate a due anni ti insegna che la pipì si fa nel "watel" e anche in un sacco di aiuole, angoli appartati, aree di sosta in autostrada, giardini e un po' dove ci porta l'esigenza. La Piccola I. non usa più il panno (giusto di notte e perché io non ho voglia di rischiare di dover cambiare lenzuola all'alba) ed è stato così facile toglierlo che le saremo grati in eterno. Vuoi lo spirito di emulazione, vuoi il caldo che quell'affare provoca, vuoi il fastidio di essere sporca, ma la Piccola I. è stata un portento.
E noi, che pensavamo di fare tutto a settembre, abbiamo ancora una volta imparato che i bimbi hanno i loro tempi e che spesso non ci resta che assecondarli.
Ti insegna questa benedetta estate dei due anni a fare tanti chilometri in macchina urlando come una matta (insieme a tua mamma, cioè io) i colori delle auto che ti passano a fianco, sorprendendoti per il buio improvviso delle gallerie e cantando a squarciagola San Martino Campanaro e Pippi Pippi.
Il nostro viaggio in Borgogna infatti è andato meglio del previsto quanto a gestione del tempo seduti in macchina: la Piccola I. è stata paziente e noi strategici, con lunghe traversate consumate durante i suoi riposini. In generale abbiamo capito che per ora le piace viaggiare e che il viaggio è la situazione tipo in cui si trasforma da bambina-normale-con-tendenze-da-dittatrice a bambina-santa, una vera compagna di avventura dotata di spirito di adattamento e tanta curiosità.
L'estate dei due anni ha insegnato alla Piccola I. che "uaua" si dice "acqua", "iaia" - "casa", "pappe"- "scappe" e che "non si dice boh , ma si dice non lo so".
E alla sua mamma ha insegnato che il peccato della lingua è il primo che si paga e che se passi un anno a dire che tua figlia si ammala nei momenti topici (cosa che sia ben chiaro a tutti è assolutamente veritiera) il primo giorno delle tue agognate ferie quella ad avere la febbre sarai tu. Mi sono venute le placche in gola, tante, pare. Una roba che non mi succedeva da 20 anni almeno. Insomma ho passato una settimana buttata sul divano con febbroni, mal di gola lancinanti e a seguire tutti gli effetti collaterali degli antibiotici. A settembre ho deciso che mi sparo anche io lo sciroppo per rinforzare le barriere immunitarie, come la Piccola I., "insieme" come le piace dire spesso.
Insomma l'estate a due anni è una figata, ma anche a 37 non è male.
Sono stati mesi intensi, pieni di tante cose, per lo più belle.
Di sorprese e buone notizie, di amici che tornano "alla base", di altri che vengono in visita e di altri ancora che ci sono sempre, lì, pronti ad accoglierti e farti stare bene.
A 37 anni l'estate è anche famiglia, la nuova e la vecchia, un grande clan chiassoso ma vivo e pieno di amore, di cambiamenti, di nuovi incontri e naturalmente di una marea di cose da fare e di tavole da sparecchiare.
L'estate alla mia età è una continua ricerca del compromesso tra la voglia di sbragarsi e il dover lavorare, le birrette ogni sera e il colon che patisce, il caldo e la voglia di maestrale, le uscite con gli amici e desiderio di stare solo "noi", il mare e il viaggio, la gioia delle visite e la malinconia delle ripartenze.
Ma nonostante tutto ho capito che, a due anni come a 37, l'estate è ossigeno puro.
E sappiatelo, già mi manca.
Nessun commento:
Posta un commento