giovedì 31 gennaio 2013

Venezia: guida pratica di un fine settimana


Eh si, siamo tornati, di già, neanche il tempo di rendercene conto e stavo scolando la pasta nella cucina di casa.
Il volo diretto Ryanair da Alghero è molto comodo per chi, come noi, voleva passare a Venezia giusto un week-end, però ha una controindicazione: la domenica si parte alle 11:55, quindi c'è giusto il tempo per alzarsi, fare colazione e precipitarsi (se siete ritardatari come noi) alla fermata dei bus.
Ma non lamentiamoci, in fondo quel "giorno e mezzo" che abbiamo passato in laguna è valso come un viaggio vero.
Nessuna cattiva sorpresa: Venezia è ancora un concentrato di strabiliante bellezza.
Non c'è angolo, calle, campo, ponte che non ti strappi un sospiro di meraviglia.
Il tempo è stato clemente e ci ha regalato due giornate gelide, ma con un sole splendente.
Non voglio riportarvi esattamente il mio diario di bordo perché,  per quanto sia stato solo un giorno e mezzo, vi assicuro che risulterebbe parecchio pesante.
Vorrei però lasciarvi qualche indicazione, qualche piccolo consiglio, che se capitate là in zona, potrebbe esservi utile.
Merito anche della mia amica Elisa, che a Venezia ci ha vissuto e che credo ci abbia anche lasciato un pezzo di cuore, e che già da qualche anno "spaccia" una piccola guida per golosi e bevitori, con tanti nomi di locande economiche in cui si mangia e si beve come si deve.

REGOLE GENERALI
E' vero che a Venezia la fregatura è dietro l'angolo e che forse mediamente è un po' cara, ma è altrettanto vero che si trovano magnifiche offerte per dormire "low-cost" e che ci si può togliere qualche gusto culinario senza spendere uno stipendio.
Non è difficile, basta scegliere locali frequentati da veneziani, evitare i menù turistici e le 5 strade che circondano San Marco e Rialto.
Tenete presente che i veneziani spesso stanno al bancone, bevono uno spritz o un ombra di vino (più di uno a dir la verità) e mangiano i cicchetti, che sono piccoli assaggi, un po' come le tapas spagnole. Il prezzo, la qualità e la varietà naturalmente sono diversi di locanda in locanda. Non c'è dubbio che questo sia il modo più economico e divertente per rifocillarsi, soprattutto di sera. Spesso in questi posti è possibile anche sedersi al tavolo, spenderete un po' di più (ma probabilmente i vostri piedi ringrazieranno), e se il cicchetto al bancone è buono, è facile che anche quello che ordinerete dal menù lo sia.

DORMIRE
A Venezia ci sono forse più alberghi che abitanti. Io ho prenotato con booking e visto che il volo era costato una fesseria  (anzi credo che sia il mio record personale con ryanair), per dormire mi sono concessa qualche piccolo lusso. Devo premettere che odio lo stile veneziano, le stoffe, le tende mantovane, i letti a baldacchino, i mobili roccocò, quindi mi impegno sempre nell'impresa di trovare in laguna un posto arredato in stile moderno. Impresa quasi impossibile. Le prime due volte alloggiammo all'Antico Casin, in un vicoletto molto vicino a San Marco, modernissimo e all'insegna del design. Economico, anche. Ci saremmo tornati ma non sono riuscita a mettermi in contatto con loro e su booking risultava occupato. Quindi ho scelto CA' POZZO INN, scelta piuttosto felice, devo dire. Abbiamo speso 230 euro in due per due notti. Non è poco, ma la camera era grande, moderna, pulita, il bagno super accogliente, la colazione ottima. Si trova a un metro dal Ponte delle Guglie, in un sottoportego che si affaccia sulle Fondamenta Pescheria e che odora di pesce proprio come il mercato che ci trovi la mattina. Ed è bello vederli i veneziani, quelli che la città la vivono proprio, che vanno a fare la spesa al mercato, che scelgono il pesce da preparare per pranzo. Perché alle volte in queste città così turistiche ti domandi dove si nascondano gli abitanti o se si vestano solo di collane di murano, si nutrano di frittelle di carnevale e si aggirino per la città in gondola.
Insomma noi nel Sestiere di Cannaregio ci siamo stati davvero bene, anche meglio che nei pressi di San Marco.



MANGIARE

Cena del venerdì al PARADISO PERDUTO
Osteria storica, nel sestiere di Cannaregio, uno dei pochi posti a Venezia in cui fanno regolarmente musica dal vivo, piena di giovani ed universitari, ci siamo capitati un po' per caso, un po' grazie alla guida della nostra amica Elisa.
Su tripadvisor lo descrivono in molti come sporco, caro e con un proprietario cafone. Non so, io in bagno non sono andata e il cameriere è stato gentile. Se avessi avuto il colon in condizioni migliori non mi sarei seduta al tavolo (ci sono sia tavoli che tavolate in cui ti siedi con gente che non conosci), ma sarei rimasta al bancone a bere vino e mangiar cicchetti, che avevano davvero un bell'aspetto. Il menù è quello del giorno. Abbiamo preso delle sarde in saor per antipasto, porzione abbondante (1 in due), dei bigoli fatti in casa al sugo, i miei ovviamente, buonissimi (ed entusiasmarsi per una pasta al sugo non è semplice) e delle seppie con polenta., altrettanto buone. Vino della casa, acqua e caffè. Non siamo arrivati ai 20 euro a testa e siamo usciti molto soddisfatti. Certo il posto è un po' agreste, ma è proprio questo il suo fascino.

Il Paradiso Perduto - Fondamenta della Misericordia - Cannaregio 2540
Tel 041720581
Chiuso il martedì e mercoledì



Pranzo del sabato all' OSTERIA AL PORTEGO
Abbiamo pranzato con degli amici che ci hanno portato in questa piccola osteria vicino a Rialto, non semplice da trovare devo dire (conviene chiamare e farsi spiegare il modo più semplice per raggiungerla), ma  accogliente e dal pesce super fresco.
E' piccolissima (noi avevamo prenotato), il menù è scritto sulla lavagna, i cicchetti per chi vuole sono in bella vista al bancone.
Io mi sono lanciata su degli spaghetti allo scoglio (cozze, vongole e scampi) molto buoni e gustosi, considerato che gli ho chiesto di evitare il più possibile l'aglio tritato (anche in questo senso sono stati molto disponibili), gli altri hanno preso per antipasto dei folpetti con polenta (i nostri piccoli moscardini) pare ottimi e un buonissimo tris in saor di sarde, gamberi e baccalà. Poi spaghetti con i gamberi e sugo alla busara (una salsa saporita e piccante), spaghetti con i cannolicchi (a Venezia li chiamano in un altro modo che non ricordo) e una porzione di frittura mista enorme, ben fatta e, dicono, irresistibile. Vino della casa, acqua e un tortino al cioccolato in 4 (si anche io un paio di cucchiaini me li sono concessi). Devo dire proprio un bel pranzo, i nostri amici, super ospitali, hanno insistito per pagare loro il conto, quindi non so quanto si sia speso, ma dai prezzi in lavagna direi che non è esattamente economico (anche i primi sono in doppia cifra tra i 10 e i 15 euro), ma che viste le porzioni e la qualità e la freschezza del cibo, vale la pena. Se poi vi prendete un primo e una frittura in due, spendete poco e mangiate alla grande!

Osteria Al Portego
Calle della Malvasia, Castello
041 - 522 - 9038




Caffè e frittelle alla PASTICCERIA ITALO DIDOVICH
I ragazzi dell'Osteria Al Portego ci hanno consigliato di andare a prendere il caffè da Didovich, proprio lì vicino, io ovviamente mi sono astenuta sia dal caffè che dalle frittelle di carnevale, ma gli altri mi dicono che era tutto ottimo. E viste le loro facce soddisfatte, direi che non stavano mentendo 


Indirizzo: Sestiere Castello, 5909, 30122 Venezia
Telefono:041 523 0017

Cena del sabato OSTERIA ALLE BANDIERETTE
Qui ci siamo finiti trascinati dalla nostalgia perché in un posto in cui sei stato tanto bene, non puoi non tornarci. Nella nostra prima vacanza veneziana, nel caldo umido di Luglio, approdammo Alle Bandierette guidati da Corto Maltese e passammo due serate bellissime. Cibo buono, vino bianco freddo, tavolini per strada, chiacchiere della proprietaria e prezzi popolari. Bei ricordi, insomma.
E il destino ha voluto che senza che la cercassimo,  l'osteria Le Bandierette ci capitasse davanti agli occhi.
Così abbiamo deciso di tornarci, benché il locale risultasse quasi deserto e qualche commento del maledetto Tripadvisor mi avesse un po' scoraggiato.
Saremo fortunati, non so, ma noi siamo usciti soddisfatti anche stavolta. Il cuoco in persona è venuto a presentarci il menù e a consigliarci. Per antipasto non ci siamo fatti sfuggire le sue capesante gratinate che ricordavamo buonissime e che non hanno tradito le aspettative. Io ho mangiato un semplice filetto di branzino con le patate al forno, fresco e sincero e Umberto ha scelto un filetto di branzino ai carciofi, davvero ottimo. Essendo l'ultima sera anche io mi sono concessa il dolce, un'ottima fetta di torta alle mele, fatta in casa, semplice e genuina, tanto da non farmi invidiare troppo il tortino al cioccolato dal cuore morbido con amaretti e rhum (lo copierò) che si sbranava il mio compagno di viaggio. Vino in bottiglia, acqua, 1 caffè e una grappa. Conto sui 28  euro a testa. E devo dire che ci stava. Considerato che siamo a Venezia e che entrambi abbiamo preso un secondo. I nostri vicini di tavolo si sono complimentati ripetutamente per dei cannelloni al baccalà che mi toccherà tornare per assaggiarli!

Bar, caffè, ombre di vino  e cicchetti in giro, sceglieteli di vostra iniziativa. 
Lasciatevi guidare dall'istinto e non potrete sbagliare. 

Se state per partire, beh buona Venezia, non rimarrete delusi.
Se non avete mai pensato di andarci, fateci un pensierino perché Venezia è molto di più di una foto con il piccione in mano, di una maschera di dubbio gusto come souvenir o di un vicolo pieno di finte pizzerie per turisti distratti.

Questo post è dedicato alla curiosità instancabile di una mia amica speciale, grande viaggiatrice e amante dell'avventura. Ha già i biglietti e a Venezia approderà fra poco, nel bel mezzo del carnevale, e so che saprà viverla con lo spirito giusto.




2 commenti:

  1. Al Paradiso Perduto mi lega il caro ricordo di una cena notturna: grossa tavolata, vini, fritti, risate, e un nutrito e chiassoso gruppo femminile come vicino di tavolata. Erano con tutta probabilitá compagne di corso di danza del ventre. La stessa cameriera pareva farne parte e forse ne era la stessa insegnante.
    Complice l’alcol, le amazzoni si animarono presto, la cameriera si tolse i calzini e incoraggiata da strepiti e battiti di mani, mise da parte le sue funzioni per salire su un tavolo e prorompere in un ballo assatanato. Il locale si incendió. E, pure, avvamparono gli animi di un gruppetto cameratesco di maschietti rubicondi e alticci. Parteciparono alle danze, con il volto coperto da mascherine di carnevale, sotto l’occhio vigile di un grosso cuoco impataccato che sorseggiava una Beck’s (forse il burbero padrone?). Tutto andava per il meglio fino a che o i giovinastri non esagerarono con una bravata, mostrando all’unisono i loro culetti pallidi. La spiritosaggine non ebbe grazia, il locale, tutto, si spense d’improvviso, cessó la musica, appassirono i sorrisi. Il cuoco con espressione delusa li invitó a rasserenarsi facendo "no-no" con il ditone grassotto, e dicendogli:

    “È FUORI LUOGO!”.

    All’uscita del locale, prendemmo alcuni campari defatiganti, bevendoli su una specie di chiatta sul canale. Quella stessa notte, fece anche un breve cameo l’allora non troppo famoso Pierpaolo Capovilla che, figura oscura e mantellata, barcollava sbronzo con una busta piena di bottiglie, mentre l’ottima Ilaria, senza sapere nemmeno chi fosse gli gridava dietro: “Capovílaaaaaaaaaaa!”. Lui, , indistinto nel buio, si voltó cercando di riconoscere un volto amico a cui destinare le ultime parole della giornata, poi non trovando nessuna sponda, proseguí con il suo mesto beccheggiare.

    RispondiElimina
  2. Anche io mi ricordo del tuo ricordo! Posto speciale il Paradiso Perduto. L'ennesima conferma che strumenti come Tripadvisor vanno presi con le pinze. l'altra sera c'era una signora che mangiava cicchetti e beveva vino come una pazza, salvo poi bere acqua direttamente dalle bottiglie rimaste nei tavoli non ancora sparecchiati. Un tipino interessante, un po' come l'imperturbabile cameriere che ci ha servito. Ma è bello anche questo, è la bellezza della verità!

    RispondiElimina